domenica 15 marzo 2009

Noi siamo una famiglia musicista


Noi siamo una famiglia musicista. 

Da generazioni ci mandiamo e tramandiamo note musicali al posto dei geni del DNA, ovviamente in scala maggiore semitonale ottava quinta disus, insomma.. se la scienza fosse capace di suonare il nostro acidodesossiribonucleico sicuramente ne verrebbe fuori una sonata in A minor di Bach, che poi tra l'altro me, Bach, non è mai stato tanto simpatico.

Uno spartito al posto della mappa cromosomica. Ecco cos' abbiamo noi di speciale rispetto ai banalissimi mortali con cui vado solitamente a prendere un caffè, un ordinatissimo schema notistico che si avvicenda tra imposti spazi bianchi e barrette nere. Lo so, voi vorreste essere come me, poveri semplici umani.

Noi siamo una famiglia musicista, anzi la nonna la chiama LA, perchè tutti ci riconoscono come una delle più musicistiche esistenti, e insegniamo ai piccoli futuri della nostra discendenza la musica sin da quando sono nel pancione delle loro mamme, rigorosamente sposate con i maggiori rampolli delle orchestre filarmoniche più note al mondo. Si, qualche volta è anche successo che qualcuna delle nostre dame abbia dato di testa e che si fosse abbassata a sposare per estremo amore qualche tiepido jazzista ma -sai com'è- meglio jazzista che ignavo. 
Tipo mia madre, stranoto genio pianista, si è sposata con un comunque stranoto jazzista (di cui non posso neanche dire il nome altrimenti poi mi sequestrano il mio computer a vita se vengono a sapere che scrivo come una povera stolta diari in rete). 
Ed è proprio per via di questa non  proprio soddisfacente unione che per mio nonno non ho possibilità di riuscita nel mondo della musica, perchè dice che ho metà spartito cromosomico dissonante e storto, impossibile da estirpare. Una segnata a vita, insomma, solo l'unione con un dotto direttore d' orchestra potrebbe farmi tornare sulla retta via.. si forse, chissà, sono convinta che ha ragione. Lui è sempre così saggio.
Per questa mia mezzosanguignità, ai pranzi di famiglia, solitamente mi mettono a suonare il piffero vicino l'ultima finestra -della grande sala di ricevimenti- del grande palazzo in cui attualmente vivono i miei nonni. Si, loro con tutti i fantasmi dei loro antenati che hanno vissuto li prima di loro. A volte si può sentire zia Ebbetith cantare l' Aria della Regina della notte di Mozart. Io la sto sempre ad ascoltare, e a volte le lascio un biscottino di burro dietro al suo quadro. Aaaah, zia Ebbetith!! Zia Ebbetith, noto soprano dell'epoca,  morì proprio mentre interpretava questa Aria durante una delle prime più attese dal pubblico di Vienna in quegli anni, e la causa per cui è deceduta -se non ricordo male- fu proprio perchè non deglutì per l'intera durata del brano, e all'ultima nota tirò così ardentemente in alto che non ci fu proprio più nulla da fare. Cara, vecchia, ingorda zia Ebbetith..

Ok, ora tornerei a soffermarmi sul mio piffero se non vi spiace..
Il piffero non è un brutto strumento, per carità, è così leggero e maneggevole, anche se adoro suonare l' arpa, strumento per cui mi sono aggiudicata uno dei posti in prima file in alcune delle orchestre più note al mondo, ma mio nonno comunque non ci crede, dice che prima o poi diventerò pazza per via della mia mezzasanguignità, e quindi preferisce sentirmi al piffero.. giù in fondo.. accanto al trombone di mio zio.

Ah mi ero dimenticata. Ho 15 anni e due mesi, sono laureata in arpa, pianoforte, violino, flauto traverso, sono nella media andante nella mia famiglia per fortuna, ma ho un segreto grande dentro di me, una parte buia e nascosta e perversa che tengo tacitamente chiusa vicino al comodino: a me piacerebbe tanto poter imparare a fare l' estetista dopo la mia prossima quinta laurea, stavolta in contrabbasso. Imposta da mio padre ovviamente.

La notte sogno di fare le unghie a tutte le mie amiche di corso di postura, a quelle più simpatiche le faccio rosa, a quelle più antipatiche gliele faccio nere, proprio come le portano quegli insulsi baldracconi che ho sentito dire che si fanno chiamare "emo", che a me più che emozionali sembrano un po' sporcaccioni, però magari loro non ce l' hanno l'acqua dentro le loro case di periferia, come la gente che vive al sud non ha i termosifoni, poverini nonno mi dice sempre che devo provare tenerezza per loro..


Mi piace tanto fare questo sogno, è il mio preferito, ogni volta che lo realizzo rido, rido, rido tanto ma poi piango sempre un po', perchè non ho mai avuto uno smalto in vita mia.

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