sabato 19 febbraio 2011

La responsabilità di un' archivista.



Profumo di fresco, profumo di nuovo.
In una giornata spensierata decido di aprire un archivio in cui custodisco ciò che ho creato fino a quel momento. Sotto un velo di polvere, decido ti trovarmi a fare i conti con un mondo passato che avevo lasciato a se stesso per un po' di tempo.
Questo, nel frattempo, ha ben pensato di cancellare i difetti più minuziosi che, allora, annebbiavano vagamente la vera brillantezza di questi piccoli gioielli che, seppur impolverati, inaspettatamente li ritrovo a splendere di una lucentezza di cui non mi ero mai accorto.
Ed ecco la paura.. la tipica paura di un cantautore che fa i conti con gli anni passati a far gavetta e a metter da parte gran parte delle canzoni create. Anni di scrittura e trascrittura di emozioni che rimangono sempre vivi anche nelle registrazioni più increspate, nella voce, nei tremolii e nelle armonie. Neppure una smagliatura, neppure una ruga di invecchiamento. Penso ma che belle canzoni. Belle davvero, quelle che ritenevo peggiori, in realtà, erano solo ancora troppo grandi per me, e io troppo piccolo per capirle.
Ed è da qui che comincio a vederle davvero, senza filtri, come un'ascoltatore che le ascolta per la prima volta. Mi chiedo "Ma dove andranno a finire se nessuno le ascolterà mai?".
Penso alla musica che mi sovrasta, mi sento responsabile. Penso "La prossima volta che verrà a trovarmi come le spiegherò che non so se sarò in grado di farle ascoltare a qualcuno?" .
Mi sento responsabile, ed irresponsabile e pure incapace. Sento che mi sgriderà quella prossima volta che verrà a trovarmi, quella prossima volta che si servirà di me per lanciare un messaggio per questo mondo di vivi in cui mi rende sua schiava.
Le dirò "Sai, non è colpa mia. La vita va così ma ti prego, parlami ancora." . So già che non mi risponderà, che con severità mi tapperà gli occhi come tutte le volte, e al mio risveglio mi farà trovare in archivio un nuovo piccolo pezzo del nostro cuore.
Io, sono solo la sua archivista.



giovedì 10 febbraio 2011

I NUMERI PRIMI è UNO SOLO .


Ai tempi mi ammazzai sui libri per conoscerli, studiarli, impararli, ricordarli...
Numeri, voti, leggi teorie esaminazioni epistolativerifichefalsificazioni per concludere... che i numeri primi sono davvero in 4 gatti.

Ma nessuno.. nessuno mi aveva detto che non mi sarebbe servito a un cazzo sapere di quei numeri primi, perchè il vero numero primo te lo insegna un' altra materia: la vita.
La matematica in fondo ti e si imbambola di regole solo per sfuggire ad una cruda verità: che tu, in quanto numero primo, sarai tale sempre e solo per te stesso .

Non ti aspettare di essere il numero primo di nessuno, soprattutto se prima non hai imparato ad esserlo per te stesso. Ma questo, a scuola, non te lo insegnano.