martedì 27 aprile 2010

Meravigliosi pasticci


E' rinomato, tra chi mi conosce, il fatto che io sono quella che "brucia le pentole" . E si, è pura realtà.

Ma, da un po' di tempo a questa parte, ho scoperto un blog che mi ha instillato, come dire, una goccia di buon senso in cucina.
E da li, ho cominciato a cucinare, cose buone e commestibili, alternando qualche bruciacchiatura qua e la... ne sono profondamente affezionata ormai :)

Ci sono tante ricette gustose, e condivido con voi questo languorinoso segreto dell'etere :)

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Bon appetit!


domenica 11 aprile 2010

VUOTO




Molti mi avevano detto che un giorno sarei riuscita a spiegarla,
che col tempo certi fuochi che ti bruciano dentro si spengono, e diventano un fatto discutibile a livello razionale.
A pochi ho chiesto con le lacrime agli occhi di spiegarmi perchè mi succedeva, perchè sentivo questa cosa: questo fuoco, che mi bruciava dentro, mi spellava ogni angolo del mio intestino, che si spegneva solo se bloccavo tutto, accendevo il canale della mia gola e buttavo fuori voce, mischiata a canto, mischiata a calore, mischiata a lacrime.

Ad alcuni ho chiesto di capirmi, che ciò che mi succedeva era un'esigenza primaria tanto quanto lo era quella di vomitare se stai male, che se non lo fai potresti anche morire, o impazzire, o svenire. O semplicemente non tornare più, com'eri prima. Molti non sono mai arrivati ad ascoltare il mio discorso fino alla parola "vomitare", si aspettano sempre che tu gli dica che è tutto facile, che la musica è tutto un karaoke con gli amici dopo esserti sparato il secondo cocktail.
Molti mi hanno detto che capivano, comprendevano, che "vedrai, con gli anni tutto questo passerà, e questo fuoco brucerà sempre meno".
Sono stata fiduciosa, il tempo è trascorso con gli anni di un adolescente, e molte nuove persone hanno continuato a chiedermi "ma dimmi un po': tu, com'è che scrivi?". A nessuno sono ancora riuscita a dare una risposta.

Cos' è scrivere. E che cazzo ne so io? Il perchè è chiaro, non rimaneteci male: io non lo so perchè in quei momenti io non sono li. Vado via, non esisto. Esiste solo il ricordo di me, una sagoma che si serve da sola nel vuoto. Esiste il vuoto. E la musica. E qualcuno che deve dire qualcosa . Sento in lontananza che si dispera, che parla, che canta, che pensa, che scarabocchia.
Poi.. cado, un po' in avanti, e le dita si fanno mano a mano più pesanti. La voce non è più così leggera, e improvvisamente ho fretta, fretta di terminare quello che non so com'è cominciato.
Vuoto . Il vuoto dentro e fuori di me . Il fuoco, il fuoco che mi brucia fino a lasciare solo il contorno di me.