sabato 28 febbraio 2009

TRATTO DA "Le Mille storie su un treno": La Signora con la Pelliccia



Chissà quanti di voi l'hanno già incontrata mille volte: in coda al supermercato, o davanti ad un giornalaio, e meglio ancora sotto il casco termico di una parrucchiera....


Lei è la Signora con la Pelliccia.


Si si, proprio lei, proprio quella che fa ammazzare 100 foche bianche per avere uno strato di pelo in più quando paga soldoni per farsi togliere di dosso i suoi, 

quella signora non proprio carina ma che, con tutto quel cerone in faccia, diventa quasi guardabile perchè ti ricorda il clown che ti comprò a 5 anni tua zia.. anche se da quel trauma tu non ti sei ancora ripreso,

quella signora che, sotto quelle piccole 100 foche martiri, nasconde una seconda pelliccia sintetica leopardata, sintetica solo perchè la pelle del leopardo, se te la metti addosso, ti schiaffano in galera in quattro e quattr'otto,

quella gentile signora che, se ha il suo posto prenotato occupato dalla tua borsa, non perde decisamente tempo per rimediare alla situazione dicendoti "Be, la vuole spostare questa borsa o no? Signorina questo treno non è mica suo!!" .

Si, proprio lei, quella signora che porta anelli d'oro e diamanti costosissimi da nobildonna, e che poi si veste di un profumo acre e infestoso come le vere meretrici di una volta sapevano solo fare,

con le unghia lunghe e rosse come le streghe, è solo che lei, le streghe, se le mangia a colazione,

quella signora che legge Chi e tutti i giornali scandalistici più all'avanguardia per essere al passo coi tempi e per non rimanere esclusa dalle chiacchiere da tè con le altre sue amiche, signore spelate anche loro con la pelliccia, 

e che se il controllore le annuncia gentilmente che il treno avrà 5 minuti di ritardo lei è capace di intonarti il Barbiere di Siviglia tonalità originale in due secondi, e tu pensi "che culo! E non ho neanche pagato il biglietto!!"


Sissignore, la donna con la pelliccia è un classico, ed è proprio vicino a me,e ho dovuto scrivere la sua storia per smettere di odiarla, perchè con il suo olezzo fradicio di arroganza e presunzione sta invadendo anche la mia poltrona, e il mio umore.

giovedì 19 febbraio 2009

Questione di palle















Ci vogliono le palle per mettersi in discussione,
Ci vogliono le palle per ammettere di essere mediocri e di dover lavorare di più per esserlo di meno, 
Ci vogliono le palle per saper perdonare,
Ci vogliono le palle per salutare il proprio aguzzino per strada pur sapendo che ha insudiciato la parte più intima di te, 
Ci vogliono le palle per saper ascoltare prima di parlare ed esprimere un proprio parere solo dopo aver veramente ascoltato,
Ci vogliono le palle per aprire gli occhi e guardare veramente il mondo senza filtri,
Ci vogliono le palle per guardare la propria passione insozzata su un palco da 4 miseri rincoglioniti, e cercare comunque di dar delle giustificazioni al loro imbarazzo
Ci vogliono i coglioni per dire Ti Amo, però quello vero
Ci vogliono i coglioni per guardare il bicchiere mezzo pieno quando è sinceramente solo mezzo vuoto,
Ci vogliono le palle per sapersi amare,
Ci vogliono le palle per lasciare la propria vita per cominciarne daccapo un'altra,
Ci vogliono i coglioni per dirti veramente che se c'è qualcuno che ha sbagliato in quella situazione la colpa è solo tua,
Ci vogliono le palle per essere sinceri fino in fondo, con se stessi,
Ci vogliono le palle per prendersi le proprie responsabilità, 
perchè al giorno d'oggi siamo tutti dei bambini cresciuti, e nessuno ci insegna più a farlo.





martedì 10 febbraio 2009

This is my beautiful day






In ricordo di una giornata memorabile, perchè a volte dimentico che nella vita, certe giornate belle, capitano davvero.... e che non devo dimenticarlo mai.






PS: per tutti coloro che si stanno chiedendo cosa mai mi sarà successo di così miracoloso:
- No, non sono incinta
- No, non mi hanno fatto un plastica facciale e riempito di materia grigia il cervelletto
- No, non mi sono ancora ricresciute le tette fino alla quinta di reggiseno (mi spiace ormai sono andate eheh)
- Si, mi sono anche svegliata prima del solito e 
- Si, da brava donna ho fatto anche shopping oggi (un po' forzato però dai, mi so pure divertita da sola) e le pulizie di casa 
- No, non ho ancora finito le vacanze al Gran Ospedale di Atri, avrò una nuova ed entusiasmante visita tra un mesetto.. EVVAI! forse stavolta riesco anche a mangiare il meraviglioso brodino con il contorto di patate lesse... mmmm delicious veramente!!
- No, il mio cane non ha smesso di sradicarmi gli alberi del giardino facendo le buche attorno alle radici EEEEE, cosa più importante... 
- No, NON HO ANCORA IMPARATO A CUCINARE.





 

sabato 7 febbraio 2009

L' importanza di

A volte, noi, le persone che siamo da questa parte, siamo un po' stupidi.

Si perchè ormai, noi, si è soliti calcolare se stessi in relazione agli altri, usando un metro di misura umano e completamente corrotto. Noi, si è soliti usare le persone per definire qual' è il nostro grado maggiore di bellezza che possiamo ottenere ai loro occhi, o quanta strada dobbiamo fare ancora per poter essere... essere essendo stati notati. Si, perchè se sei notato vuol dire che qualcuno in te ha visto qualcosa di interessante, e se l'ha visto, perbacco!!,  allora qualcosa c'è in te che non dev'essere buttato. 

Tutti vogliono essere notati, perchè più si è notati e più si sentono di essere. Si, essere nel senso di esistere. Essere in quanto unico, pensante, essere capace di intendere e di volere. Noi, si è soliti esistere solo attraverso gli sguardi degli altri.

Loro, che sono soliti pensare che la notorietà sia una cosa grandiosa, che se tutti li conoscono allora sono delle very important people, non una cagata di piccione fatta un giorno d'inverno su un comune lettino bianco d'ospedale.

Loro, che sono soliti alzarsi su un cumulo di polvere da noi, dicendo che siamo tutti uguali, loro e noi, ma che lasciano intendere che sicuramente loro sono meno uguali di noi. Chissà perchè, chissà perchè. Chissà che c'è dietro di loro.

E te, te che ti sei alzato un cumulo di polvere più in alto.. 
Te, che non puoi più neanche sbagliare la coniugazione di un verbo perchè "eh eh, non sai neanche parlare l' italiano". 
Te, che non potrai più postare foto oscene disteso nel bagno mezzo nudo, felice e contento e completamente fatto, per il semplice e stupido gusto di farlo, perchè tutti sanno chi sei, e dato che ormai vivi in funzione dei loro sguardi, al crollo dei loro sguardi caschi anche tu, e puf!, non ci sei più.

E soprattutto questo post lo dedico a

Voi, piccoli prototipi di macchinette lucenti senza alcuna macchia, dure e succulente scatole craniche ho bisogno del vostro prezioso spazio vuoto, non vedo l' ora che qualcuno vi brevetti e che vi possa vendere in stock. Bramo dalla voglia di comprarvi. Grandi spazi vuoti, ho pronto un enorme spazio dove potervi fare sentire qualcosa di veramente importante per voi.
Io vi comprerò tutti quanti. Collezionerò i vostri cocci e ne farò l'onorevole riconosciumento per cui siete stati creati.
Io, vi userò tutti quanti. Uno ad uno, coccia a coccia, vaso a vaso, ho il terriccio già pronto. 
Coltiverò piante nei vostri immensi spazi vuoti. Potrò continuare a farvi sentire la più meravigliosa creazione che sia mai stata costruita sulla faccia della terra. E io vi racconterò di quanto siete fortunati voi ad avere un così grande spazio vuoto al posto del povero flaccido cervello.. inutilizzabile poi.. non puoi coltivarci piante col cervello. Lasciamo ai topi, il cervello. 
Voi fortunati, io posso solo coltivarvi tutti quanti, per poi la sera andare a letto stanca e soddisfatta, mentre voi mi aspetterete li tutta la notte, sperando che torni per coltivarvi la mattina dopo, che se non lo volessi fare la vostra vita, poi, non avrebbe tutto questo senso.

Tutti colpevoli, nessun innocente. 





giovedì 5 febbraio 2009

Il mio testa coda



Tanti mesi, tanti anni, un antibiotico e via..... tre bicchieri di Colle Secco, forse due di birra Moretti... e via... la mia testa vacilla, gira, si diverte, si libera. Ora sono in testa coda, l'unica cosa che so fare, e la trovo fantastica. Testa coda, fiuuuu giro come una saetta, rido rido rido la vita è tutta qui lo farei per ore e ore. Il mio testa coda, la mia coda sulla testa... attenti quasi la afferro con le labbra.

Tanto da domani avrò tempo di rimanere coi piedi per terra, da domani essì, si torna tondi, o quadrati, sicuramente dentro dei limiti, che se li oltrepassi poi son cazzi, perchè sai che sei tu con te, che sei l'ombra di te... e se ti perdi, ti perdi. Niente testa coda, niente divertimento... per favore ridatemi la calcolatrice che l' ho lasciata nella borsa tempo fa. Chissà se funziona ancora... forse l'ho prestata.. 

Tanto è inutile che cerchi di andare dritto, se sei storto non c'è nulla che ti possa far infrangere la tua storta natura. Rassegnati, tanto domani non ci penserai più.

Che vuoi che sia, 7 ore passano in fretta, bastano poche riflessioni per convincerti che la realtà è solo un mero sogno, basta solo che tu ti autoconvinca e subito svanisce tutto, e vedi cemento, cemento, nient'altro che cemento. E magari ti piace pure. Perchè tanto è l'unica cosa che vedrai per i prossimi giorni, ed è un bene che tu ti autoconvinca che sia la cosa più bella del mondo.

Musica maestro, voglio ballare fino a quando non ne rimango stecchita da tutta questa folle inibita felicità. Il mio testa coda, tutto quello che ho, tutto quello che ora so fare. E sono felice. 

Tanto da domani non c'è più musica, c'è solo un groviglio di cravatte a forma di note appese ad un collo, che ballonzolano e fingono di essere..... musica. Cravatte al collo, musica al collo, musica appesa, cravatta appesa... musica lavoratrice.  Nessun testa coda, nessun dono... nessuna musica, solo lavoro.

Dategli una 24 ore, sono convinta che ci strabiglierebbe tuttti... no non con la sua musica, con la sua 24 ore appesa al collo.

Macchè.... non sanno cosa si perdono... quaggiù, lassù.  Sti polli di cemento e fumo. Sti polli.

Datemi un mohito, che tanto qui sanno fare solo questo.










martedì 3 febbraio 2009

L' Orifizio italiano



Tipico scenario da treno, non mi mancava affatto penso in quegli istanti, maledico di aver dimenticato la mia arma isolante (Ipod) a casa e attendo inerme al mio posto al finestrino. Una carrozza più vuota che piena, due amici che non si incontrano (meglio dire non si scontrano) da anni e che poi si ritrovano durante un viaggio, l'uno davanti all'altro cominciano a porsi le solite domande di rito, e da rito si susseguono nel solito preciso ordine:
1. Che lavoro fai?
2. Quanti anni hai ora?
3. Come stai?
4. Ti vedo in forma!
5. Ti ricordi quando.... !!!

E poi, il loro meraviglioso inizio verso la fine. Chiamerò i due reali signori due certi Gennaro(G) e Orifizio(O) :

O: Allora sei sposato?
G: No in verità no
O: E quando ti sposi? Ormai hai una certa età! 
G: Veramente ho una compagna..
O: Eeeeeh na compagna! E quando cominci a fare le cose sul serio? Ancora ai fidanzamenti stai!
G: Veramente conviviamo già da 20 anni..
O: E ancora stai a giocare ai fidanzatini! Non ci pensi mai ad avere i figli, farti una famiglia vera..
G: Ehm.. in realtà io e la mia compagna abbiamo due figli, uno di 17 anni e la più piccola ne ha 10..
O: Ah..... e tu non ancora sviluppi famiglia! Dove li fai vivere quei poveri bambini, non gli dai neanche una casa sicura, la possibilità di avere un papà e una mamma perchè se non siete neanche marito e moglie ma solo fidanzati immagino che non vi possano neanche chiamare mamma e papà... Suvvia sii serio ormai sei ben che maturo, fai come me: io ho deciso di crescere e mi sono sposato, ho fatto l'uomo eh si, una moglie presa giusto 25 anni fa si si.. poi ci siamo separati dopo 10 anni però, vedi, io intanto mi sono sposato..

Benvenuti in Italia.


FONTI: 
Intercity Plus serale proveniente da Torino e diretto a Bari centrale