sabato 20 novembre 2010

Quando non ci sono




Sento suonare un piano scordato lasciato in un angolo, odore di sigarette e divani ormai emaciati.

Sento scorci di discorsi ormai sentiti e risentiti, sento sguardi un po' confusi che si abbandonano lontani dalle figure vicine ai loro occhi.

Sento una voce in lontananza, e delle dita che premono leggere dei tasti d' avorio ormai ingialliti dall' esperienza.

Vedo i ricordi, i pensieri, vedo le emozioni, le persone che mi hanno fatto male e che mi hanno donato i suoni, le loro melodie. Vedo le persone che mi fanno stare bene, le vedo farmi male e darmi la forza per reagire quando non so farlo nei confronti di chi mi fa male davvero. Le vedo farmi arrabbiare fuori quanto lo sono dentro.

Sento il bisogno di svuotare, di togliere l' eccesso emozionale che la parola non è riuscita a deteriorare.

Sento i respiri, che si fermano oltre il mio petto, che nascono da parti viscerali di me che non conosco.

Ascolto il buio, lo ascolto attentamente attraverso il suo labiale muto.

Cerco di capire cosa mi dice. Mi sento affogare, ho bisogno di tornare a galla, ho bisogno di una bolla d' aria.

Ho bisogno di ossigeno. Mi sento cantare.



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