mercoledì 15 luglio 2009
Senza la gente sei tutto e sei niente
lunedì 13 luglio 2009
Maso - dandy . Lo sclero è lungo stavolta, lo so.
Quando hai bisogno di un cambiamento, allora prendi un treno.
Sali sul treno e tutto si muove.
La cosa assurda è che tu li seduto rimani sempre fermo, eppure senti che dentro sei in perfetta mutazione, con le sterrate che ti corrono incontro, con le case che diventano sempre più appuntite e lise.
Prendi un treno, e piano piano tutto si trasforma. Quello che alla stazione ti sembrava materiale di primaria importanza può perdere il proprio colore ogni km che percorri, la saturazione va a svanire, e i colori finiscono per nascondersi completamente dietro un unico foglio disegnato in bianco e nero,ed è quello che la tua anima sarà diventata quando scenderai alla tua fermata richiesta: da colori vivaci a bianco e nero.
Si. Un bel bianco e nero acceso davanti, e tutti i reali colori ben nascosti dietro... come una fotografia antica: ci mostra quello che un obiettivo vedeva, ma magari non necessariamente la realtà che c' era.
E' così che mi sento quando salgo sul treno e occupo il mio ormai settimanale posto riservato: mi sento una rappresentazione del mondo, ma non della mia realtà. Appena poggiate le chiappe comincio a mettere i miei colori in stand-by, perchè so che sto per entrare in un mondo in bianco e nero, una dimensione in cui non è necessario mostrare tutti i colori che porto, perchè per farti capire ne sono necessari solo due.
Non è un discorso di falsità, sia ben chiaro, non parlo di mostrare una faccia completamente diversa della Luna dal sud al nord, si tratta solo di spostare in avanti certi sentimenti, e di mantenerne indietro e intatti altri. Lo faccio perchè che so che, se li tenessi li davanti così ben esposti nei loro colori vivaci, rischierei di lasciarli ad un Sole così forte che li schiarirebbe, ora dopo ora, e di nuovo sciacquo dopo risciaquo, strizzata dopo strizzata, lacrima dopo lacrima.
Ok, cerco di fare chiarezza.
I colori sono le emozioni e i sentimenti. Quelli che a volte sei obbligato a mettere in stand-by dentro di te perchè altrimenti, se ci pensassi veramente e intensamente tutte le volte, rischieresti di diventare pazzo, o un simpatico suicida. Così io preferisco nasconderli, buttarli dietro e non pensarci granchè sopra, perchè così sdrammatizzo la loro reale gravità che ne comportano. Tanto pensarci non porterebbe ad alcun miglioramento o risoluzione. Questa tecnica del nascondere è solo una conseguenza di una teoria che abbraccio da un po' di tempo ormai: vietato - farsi - del - male - gratuitamente (e aggiungerei: se - la - situazione - è - quella - e - non - si - cambia). Mi spiego.
Pensare veramente alla casa a cui si appartiene lontana, sentire totalmente quanto pesantemente ti manca una persona, desiderare così ardentemente di avere l'opposto di quello che hai ecc ecc, sono per me solo espliciti appagamenti masochistici, sentimenti dolorosi che le persone(che se ne compiacciono nel profondo) giustificano dalla loro apparente impossibilità di cambiare la propria (dolorosa) realtà, e che quindi ci sguazzano dentro. L' ipocrisia è proprio li: stai male prima di tutto non perchè stai male (anche), ma perchè stare male ti dà paradossalmente piacere.
Ho gustosamente notato che le persone che hanno questa tendenza non ammettono e non ammetteranno mai di avere questa natura così masochista. Hanno ben imparato a giustificarsela così: "non è colpa mia, non posso farci niente se il mondo è così ingiusto! ". Un 'altra cosa che ho notato di loro è che, quando riescono ad ottenere la loro pace dei sensi, o la cosa tanto ardita, non riescono a stare per molto tempo senza tutta quella sofferenza che una mancanza comporta, e ne cercano tempestivamente un' altra. Di sofferenza. O di mancanza.. prendetela come vi pare. Abitudine penso? No. Natura masochista. Grossa e dipendente quanto una droga. E io rido, pensando di rivedere le facce travagliate e appagate da qui a due giorni.
E' una proprietà che accomuna parecchi schieramenti umani da quel che vedo, e non so.. non so quanto in realtà mi valga la teoria che li spiega: "Perchè l'uomo è in continua evoluzione e ricerca della perfezione, e l' evoluzione e la perfezione implicano sofferenza.".. non so... a me sembra una gran bella cazzata. Chi l'ha detta... Darwin? Ehm... Aristotele? O forse no... Napoleone? Be, sti cazzi. Tre grandi coglioni masochisti. Per me, ignorante come sono. Io li vedo così. E rido.
Spetta spetta che in università ho studiato anche un' altra gran bella teoriona.. spe che diceva?! Ah si! Sosteneva che noi ci portiamo milioni di geni di storia e che questo ci porta a comportarci in modi a volte bizzarri e malevoli. Quindi che facciamo? Spieghiamo anche che se ci sono degli imbecilli rincoglioniti non si sono estinti solo per questo motivo? O che se il mondo è pieno di pedofili è perchè sono controllati da geni storici ribelli? Non so.... per me sono tutte cazzate.
E allora, tornando a bomba, perchè non ammettere che si prova piacere nell'essere masochisti e la facciamo finita qui? Perchè molti esseri umani trattano le persone che li odiano con infinito rispetto e chi li ama con infinito ribrezzo? Perchè non ammettere che è solo perchè si è fottutamente masochisti e non perchè "ci sono collegamenti fini e invisibili tra due persone che non si può definire in una sola parola il loro comportamento di insolito riguardo" ?
Perchè cerchiamo invisibilmente di metterci sempre nella situazione di poter soffrire? Perchè di questo si tratta, palesemente di questo si tratta.
Io una mia teoria ce l'ho, e la spiego così: perchè l' uomo ha sempre una tendenza che è l'altra dura faccia del narcisismo: l' uomo si fa schifo. E tanto quanto cerca l'approvazione (narcisistica) da una parte, tanto ne cerca lo schifo dall' altra, perchè è comunque l'altro modo che ci rimane per conoscersi e affermarsi nel mondo. Me lo spiegano i mille ricordi dolorosi che sono molto più dettagliati di quelli belli, e tra l'altro questi ultimi sono anche in netta minoranza numerica.
Me lo spiega il fatto che si impara più facilmente da una brutta esperienza che da una bella esperienza, e me lo spiega quanto una bella esperienza sia più incline a rendere così superficiali le persone rispetto ad una dolorosa. Certo ci sono le eccezioni: si impara anche molto dalle belle esperienze ma, guarda un po' tu, se siamo in grado di imparare dalle esperienze piacevoli è perchè prima ne abbiamo avute un'infinità di brutte... insomma. Siamo degli gnorri vestiti da dandy.